Un censimento completo dello stato del diritto sindacale oggi non è opera che può impegnare una rivista anche dedicandogli un numero monografico. È però certamente possibile, anzi necessaria, una ricognizione o rassegna delle principali questioni del diritto sindacale alla luce delle modifiche legislative e del diverso configurarsi, rispetto al periodo post-statutario, di ciò che continuiamo a chiamare ordinamento intersindacale.
Il primo tema su cui si è ritenuto importante “ragionare” è quello relativo alle scelte politiche e contrattuali del sindacalismo confederale o c.d. storico in Italia e in Europa.
Il saggio della Nunin, che apre la rassegna, offre uno spunto di riflessione su che cosa ha prodotto l’abbandono del modello conflittuale prima e di quello concertativo poi con l’approdo a quello definito del dialogo sociale. L’analisi è tanto corretta quanto sconfortante per chi in quel modello ha riposto aspettative importanti per un sistema di relazioni sindacali “moderno” ed “europeo”. L’attuale “paralisi” del modello, se non venissero attuati quei comportamenti che la Nunin indica, potrebbe far gioire qualche autore smaliziato che, fregiandosi del titolo di aruspice sul motto di “io ve l’avevo detto”, rafforzerebbe la tesi secondo cui il dialogo sociale sia stato funzionale, con lo sguardo innanzitutto rivolto alla vicenda italiana, ad una fase storica in cui hanno prevalso logiche di competizione tra organizzazioni sindacali e visioni strategicamente opposte. La rottura dell’unità sindacale che reggeva da quasi 40 anni ha trovato casus belli nobili, ma anche, a dire il vero, ragioni strettamente politiche o di tattica, con maggior evidenza nei periodi dei governi berlusconiani in cui il nuovo modello di relazioni sindacali nel superare la concertazione ha prodotto la divisione del fronte sindacale.
L’incrocio tra queste due scelte, una interna ai rapporti tra le storiche confederazioni sindacali, ed una relativa alla colleganza di ogni organizzazione sindacale a questa o quella opzione politica, è facilmente resa evidente dal susseguirsi di protocolli o accordi intersindacali a cui hanno aderito a volte tutte le grandi confederazioni sindacali oppure soltanto alcune. La novità è stata la costituzione di un “nuovo” fronte o alleanza tra confederazioni: a fianco di Cisl e Uil si sono aggiunte sigle tradizionalmente ritenute lontane come l’Ugl ed altri sindacati autonomi; mentre il non expedit della Cgil e la vicenda Fiat vs. Fiom ha prodotto relazioni conflittuali con ricadute giudiziarie di cui la sentenza n. 231 del 2013 emessa dalla Corte costituzionale ne rappresenta un evidente epilogo.
Volendo periodizzare, un grande strappo può essere identificato con l’accordo [continua..]