argomento: Giurisprudenza -
Corte di Cassazione
L’adibizione di un lavoratore pubblico a mansioni di una qualifica superiore
dà diritto alle differenze lavorativo, a prescindere dall’entità della differenza fra la qualifica di appartenenza e quella propria delle mansioni affidate.
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il documento (Cass. 18 novembre 2019, n. 29895. )
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Il principio è noto; infatti, si è detto, “in materia di pubblico impiego contrattualizzato, lo svolgimento di fatto di mansioni proprie di una qualifica anche non subito superiore a quella di inquadramento formale comporta in ogni caso, in forza dell'art. 52, comma quinto, del decreto legislativo n. 165 del 2001, il diritto alla retribuzione propria di detta qualifica superiore, e tale diritto non è condizionato alla sussistenza dei presupposti di legittimità di assegnazione delle mansioni o alle previsioni dei contratti collettivi, né all'operare del nuovo sistema di classificazione del personale introdotto dalla contrattazione collettiva, posto che una diversa interpretazione sarebbe contraria all'intento del legislatore di assicurare comunque al lavoratore una retribuzione proporzionata alla qualità del lavoro prestato, in ossequio al principio dell'art. 36 cost.” (v. Cass. 7 agosto 2013, n. 18808).