argomento: Giurisprudenza - Corte di Cassazione
Non integra il reato di estorsione l’imposizione di una retribuzione inferiore ai minimi tabellari in cambio dell’assunzione, poiché il datore di lavoro non aveva alcun obbligo di assunzione e non risulta alcun danno ingiusto inferto ai prestatori di opere.
» visualizza: il documento (Cass. pen. 17 maggio 2019, n. 21789)Articoli Correlati: retribuzione - estorsione
La sentenza è ragionevole. Vi sono precedenti di segno opposto, poiché, si è detto, “integra il reato di estorsione la condotta del datore di lavoro che, approfittando della situazione di debolezza dei dipendenti a causa del difficile contesto occupazionale, prima della conclusione del contratto e durante lo svolgimento del rapporto di lavoro, impone al lavoratore di accettare condizioni di lavoro deteriori a fronte della minaccia di mancata assunzione o di licenziamento (nella specie, le condizioni imposte riguardavano, in particolare, la sottoscrizione di una lettera di dimissioni in bianco, la corresponsione di una retribuzione inferiore a quella risultante dalla busta paga, nonché il prolungamento non dichiarato dell'orario di lavoro)” (v. Cass. pen., sez. II, 14 aprile 2016, n. 18727).