L’articolo si focalizza sulle interpretazioni fornite dalle alte Corti in merito alle normative che attengono le tecniche di reclutamento degli enti pubblici, alla luce delle politiche di razionalizzazione della spesa pubblica adottate in Italia nell’ultimo decennio. Viene sviluppato un ragionamento volto ad esaminare le caratteristiche che consentono di qualificare la norma sullo scorrimento delle graduatorie in senso consuetudinario e contestualmente si indaga sulle ragioni socio-economiche che hanno reso nel tempo estremamente mutevole, la natura dei rapporti tra lo scorrimento delle graduatorie ed il principio concorsuale. Tali premesse vengono infine impiegate per analizzare le politiche di reclutamento previste dalle ultime manovre finanziarie. Le conclusioni a cui si giunge consentono di confutare in via definitiva l’ipotesi inizialmente formulata circa la “natura fattuale” della regola dello scorrimento.